Stadio Euganeo, Padova, 31 maggio 2013
foto dal web
Dopo il mio quinto concerto Springsteeniano confesso di avere ormai esaurito la batteria di aggettivi a disposizione per descrivere uno show che ogni volta riesce a stupire, esaltare, commuovere e che soprattutto non riesce mai a deludere o far dire che non valga il prezzo pur oneroso del biglietto.
Non esistono concerti paragonabili a quello che questo "giovanotto" di quasi 64 anni riesce a mettere in scena grazie al fondamentale supporto di una band che è leggenda come la E-Street Band. Non esistono artisti capaci di stabilire con il proprio pubblico un legame di affetto e di appartenenza come quello palesato durante i concerti.
Non esistono artisti capaci di palesare in modo così plastico ed evidente la gioia di suonare e la generosità nel donare ad ogni concerto un qualcosa di nuovo al proprio pubblico. Ecco perché non si può comprendere in pieno Bruce Springsteen se non si assiste almeno una volta nella vita ad un suo concerto.
Quel che per altri è fantascienza, per il Boss è ormai usanza. Trovatemi un altro artista che puntualmente decide di presentarsi a metà pomeriggio sul palco per omaggiare i fans più fedeli, quelli che si sono magari fatti la notte fuori dallo stadio per mettersi al polso il braccialetto che apre le porte al pit sotto il palco, con due-tre brani acustici !
A Padova il Boss ha eseguito in versione rigorosamente unplugged "The Promised Land" ( da The Rising) e "Growin'up" (da Greetings from Asbury Park, il primo album del 1973), come da testimonianza filmata in appresso. Dopo l'aperitivo, alle 20.40 il Boss si è presentato sul palco da solo, chitarra acustica ed armonica, eseguendo una versione da pelle d'oca di "The Ghost of Tom Joad".
Una canzone eseguita dal vivo in pochissime circostanze, salvo nel tour solitario che aveva fatto seguito all'uscita dell'omonimo album. La location lascia a desiderare (l'Euganeo di Padova è indubbiamente uno degli stadi più brutti d'Italia), il tempo incerto (e di lì a poco la pioggia sarebbe arrivata puntuale), ma basta questo ad incendiare lo stadio.
Poi arriva ovviamente il momento di dare spazio alla E-Street Band, in versione ampliata da una poderosa sezione fiati (tre trombe ed un sassofono a dar manforte a Jake Clemons, il nipote dell'indimenticabile Clarence "Big Man" scomparso due anni fa) e da tre vocalist.
E si parte con "Long walk home", "My Love will not let you down" e "Two Hearts" sparate via come una fucilata per poi dare spazio ad un'altra delle cose impensabili per altri ma ormai parte integrante di ogni show del Boss, vale a dire quella sorta di juke-box in diretta alimentato dalle decine di cartelli di ogni foggia (addirittura il Boss ha voluto farsi regalare un cartello con all'interno un sistema di illuminazione a batteria) con i quali i fan richiedono in pratica tutto il repertorio del Boss..... e non solo, basti pensare che la prima scelta è ricaduta su "Boom Boom" di John Lee Hooker.
Il rituale è assodato. Il Boss scende, si fa passare il cartello, sale sul palco, lo mostra alla Band (ed al pubblico grazie alla strepitosa regia video) e la Band, quarant'anni ormai di sodalizio, parte senza colpo ferire. L'ennesima chicca della serata (anche questo brano personalmente mai sentito eseguire dal Boss) cui hanno fatto seguito altre due scelte, "Something in The Night" (da Darkness on the edge of town) e "The ties that bind" ( da The River).
Terminato il momento juke-box il Boss ha dato spazio all'ultimo album, "Wrecking Ball" eseguendo "We take care of Our Own", il primo singolo, efficace anche se un po' ridondante, la title track "Wrecking Ball" e "Death of my Hometown" dalla chiara ispirazione celtica. Uno dei vertici del concerto è stato rappresentato da una strepitosa "Spirit in the night" con la quale il Boss ha nuovamente attinto al suo primo album di quarant'anni orsono.
Una canzone fatta apposta per esaltare la sezione fiati, la vera protagonista del concerto (con Jake Clemons splendido protagonista ) insieme a Roy Bittan ed al suo Yamaha bianco, salito in cattedra quando il Boss ha annunciato che per la prima volta in Italia avrebbe eseguito tutto "Born to Run".
L'album del mito, l'album dove energia e poesia si fondono grazie ad intro come quella inconfondibile di
"Thunder Road" con l'armonica a farti venire la pelle d'oca, o come quelle successive, con il pianoforte
su una "Backstreets" da lacrime agli occhi, con l'apoteosi su "Jungle land" dove finalmente anche le
chitarre di Nils Lofgren e Little Steven sono emerse dal ruolo di comprimarie in cui la scaletta le aveva
relegate.
Nel mezzo tutti gli altri brani dell'album con le immagini e la voce del Boss a rendere il degno omaggio non solo a Clarence "Big Man" Clemons quando in "Tenth Avenue Freeze out " arriva la strofa "When the change was made uptown And the Big Man joined the band", ma anche a Dan Federici, scomparso nel 2008.
Insomma un altro dei regali cui il Boss abitua il proprio pubblico facendo in modo che ogni concerto sia un'esperienza diversa dall'altra (basti andare a leggere le scalette dei concerti fedelmente riportate sul sito www.brucespringsteen.net) e che vengano in questo modo premiati i "fedelissimi" capaci di assistere anche a quattro-cinque concerti del Boss per tournee!
Le atmosfere del Tour con la Seeger Session Band sono ritornate in "Shackled and drawn", tratta dall'ultimo album, con la band a schierarsi per intero sul fronte palco (ben sedici elementi !), i fiati scatenati ed il pubblico ad ondeggiare.
Invocata a grande richiesta da un gigantesco striscione innalzato dai numerosi supporters croati venuti sino a Padova, il Boss ha eseguito "Waitin'on a sunny day" (per la verità speravamo suonasse "Who'll stop the rain" che è solito suonare in caso di pioggia..) riservando anche in questo caso un momento di elettrizzante notorietà ad un bimbo che in modo incredibile si è messo a cantare il ritornello prendendo subito nota e ritmo, per poi chiudere con un sorprendente saluto in inglese alla Band che ha fatto impazzire il pubblico! I brani che in modo ormai fisso chiudono la scaletta prima dei bis sono "The Rising", costante ricordo ed omaggio ai fatti ed alle vittime dell'11 settembre, e "Badlands".
Nessuno esce dal palco, e le sorprese non sono finite....ad un certo punto si materializza sul palco uno signore con una sorta di panciotto metallico zigrinato al collo, il quale, brandendo due cucchiai, ha spiegato al Boss parecchio incuriosito di chiamarsi Caterino e di suonare in una cover band springsteeniana.
E così è partita una fantastica versione di "Pay me my money down" (tratta dall'Album The Seeger session) che ha regalato un'emozione indelebile all'artista del cucchiaio! La serata umida e 26 brani eseguiti senza risparmio vocale non possono non lasciare il segno ed il conto è stato pagato in una "Born in the USA" dove la voce del Boss ha dato chiari segni di fatica. In "Dancing in the dark" ad essere trascinata sul palco è stata una signora che ha avuto modo di farsi un giro di ballo con Springsteen che ha poi fatto terminare il concerto con una tiratissima "Twist and Shout", che ha posto fine a quasi tre ore piene di musica e magie con il Boss che da capo-banda saluta tutta la band che gli sfila davanti uscendo dal palco, per poi salutare definitivamente un pubblico che non lo vorrebbe mai veder uscire e che lui ripaga con un triplice "Vi amo", che anche in questo caso appare sentito e genuino e non certo di maniera.
Altri artisti sanno regalare qualità e concerti da ricordare. Ma il Boss e la E Street Band sono unici. Rock senza bisogno di effetti scenici mirabolanti, sono la forza delle immagini catturate sul palco, la faccia tesa e concentratissima di Max Weinberg fissa sul Boss e pronta a coglierne le indicazioni, il modo il cui il Boss incita i suoi compagni di una vita, con cui valorizza ed esalta Jake Clemons dandogli sempre più spazio nello spettacolo, il modo con cui dimostra al pubblico che fare musica non è solo un lavoro, ma è un'autentica passione che ancora lo diverte, che il pubblico lo esalta e non gli fa paura, ricercandone il contatto fisico, ammettendolo sul palco....tutto questo ed altro ancora sa regalare questo monumento del rock.
La speranza è di poter godere ancora a lungo di questa meraviglia.
E chi non dovesse ancora aver
sperimentato un suo concerto, si affretti!
SCALETTA:
1. The Promised Land
2. Growin' Up
3. The Ghost of Tom Joad
4. Long Walk Home
5. My Love Will Not Let You Down
6. Two Hearts
7. Boom Boom
8. Something in the Night
9. The Ties That Bind
10. We Take Care of Our Own
11. Wrecking Ball
12. Death to My Hometown
13. Spirit in the Night
14. Thunder Road
15. Tenth Avenue Freeze-Out
16. Night
17. Backstreets
18. Born to Run
19. She's the One
20. Meeting Across the River
21. Jungleland
22. Shackled and Drawn
23. Waitin' on a Sunny Day
24. The Rising
25. Badlands
Encore
1. Pay Me My Money Down
2. Born in the U.S.A.
3. Dancing in the Dark
4. Twist And Shout