Legnago, Teatro Salieri - 20 Novembre 2015
Sei anni fa aveva deciso di ritornare sulle scene dopo un lungo e travagliato silenzio per ritornare a vivere artisticamente grazie proprio alle canzoni del padre il cui peso sembrava averne travolto una promettente carriera. E fu trionfo, tanto per i concerti sempre più richiesti e con un numero di date ben superiore a quelle preventivate, tanto per i due album live tratti da quel meraviglioso quanto sorprendente tour di cui trovate ancora traccia in questo sito.
Ma Cristiano de Andrè non è solamente un cognome, non è artista che vive solo di luce riflessa. E lo testimonia il concerto andato in scena nella bellissima cornice del Teatro Salieri di Legnago, autentico gioiello ove è un piacere gustarsi un concerto.
Dopo una partecipazione a Sanremo con un brano, "Invisibili", che ha fatto incetta di tutti i
riconoscimenti della Critica, ma che ovviamente era talmente lontano dagli stilèmi nazional popolari del
festival per poter essere premiato anche in termini di classifica, e dopo la pubblicazione dell'album
"Come in cielo così in guerra", De Andrè ha affrontato un tour acustico ad assetto variabile, a volte,
come è stato il caso di Legnago, in formazione ridotta a due elementi, a volte in quattro.
Imprescindibile la presenza del fido Osvaldo di Dio alla chitarra, giovane di straordinaria bravura già
visto in azione nel tour "De Andrè canta De Andrè" e poi visto in azione anche nel tour di Alice.
Chitarre rigorosamente acustiche, gli altrettanto fidi bouzuki ed il violino ed un pianoforte a coda. Più che sufficienti per reggere quasi due ore di emozionante concerto e per dimostrare la poliedricità di questo artista dalla personalità fragile e complessa ma dal talento sopraffino, sicuramente superiore al padre (e non è certo una bestemmia asserirlo) dal punto di vista squisitamente musicale.
Significativo che ad aprire il concerto sia stata la meravigliosa "Nel bene e nel male" , scritta nel 1995
con Daniele Fossati, figlio di Ivano, a ricomporre in versione Junior la magica ed inarrivabile coppia che
ha sfornato un capolavoro assoluto come "Anime Salve". Un inno alla caducità delle cose, alla fragilità
tanto sperimentata nella propria vita dall'artista, al fatto che tutto passa, per cui sono destinate a
passare anche i brutti momenti, i ricordi che fanno bene ma anche quelli dolorosi, perché "chi si lega ai
ricordi si sa, non puo' andare lontano...". Luci raffinate, due sgabelli, due chitarre e via subito con
"Credici" tratta dall'ultimo album e che rappresenta una sferzata durissima contro il panorama attuale e contro chi ci governa, figlia di quella rabbia barricadera che ha visto De Andrè protagonista in prima
linea dopo l'alluvione di Genova.
A fare da contraltare alla dimensione noir, ecco la poesia di "Disegni nel vento" tratta dallo stesso album e dedicata alla figlia.
Finalmente è arrivato il momento dei saluti, durante i quali appunto Cristiano si è presentato rievocando la sua lunghissima assenza (prima di Come in Cielo così in guerra l'ultimo album di inediti risaliva al 2003) figlia di tanti lutti e vicessitudini familiari. Per arrivare al ricordo del tour De Andrè canta De Andrè, che proseguirà nella prossima estate con nuove (almeno quindici) canzoni del repertorio del padre riarrangiate e rivisitate secondo il gusto e la cultura musicale del figlio (ed i risultati sono stati eccellenti, come abbiamo avuto modo di sperimentare).
La voce è sempre rotta da
una certa timidezza, quel tour tanto rifuggito lo ha liberato da un fardello enorme, facendogli
comprendere e sperimentare la meraviglia di vedere giovani che forse non hanno mai potuto assistere
ad un concerto del padre, appassionarsi alla sua musica anche grazie al figlio. Una musica che "è una
medicina per l'anima". E così anche questo concerto ha aperto le porte allo scrigno magico di Faber con
"Se ti tagliassero a pezzetti", "Nella mia ora di libertà" e nella struggente "Verranno a chiederti del
nostro amore" eseguita da solo al pianoforte.
esecutore delle meraviglie del padre. Le arricchisce mettendoci del suo, le rinnova con nuova linfa.
Dopo "Lady Barcollando", "Andrea" è stato il pretesto per omaggiare Massimo Bubola la cui collaborazione ed amicizia con il padre sono arcinote ma che tenne a battesimo anche Cristiano con il gruppo dei Tempi Duri.
Non poteva mancare l'esecuzione di "Invisibili" seguita dall'omaggio alla genovesità di "Creuza de ma'" e "Megu Megun".
La cover dei Noir Desir (Le vent nu portera) di "Il vento soffierà" tratta dall'ultimo album ha chiuso la
prima parte del concerto ed introdotto ai bis divisi equamente tra brani propri, l'intensa "Notti di
Genova" e "Le quaranta carte" con finale riservato alla Bocca di Rosa in rigoroso
arrangiamento PFM e alla "Canzone dell'amore perduto".
A mio giudizio ci sarebbero state bene due perle della produzione di Cristiano quali "Dietro la porta" e "Cose che dimentico", sorprendentemente non eseguite.
Ma si tratta di dettagli. Ora non resta che attendere il terzo capitolo di De Andrè canta De Andrè,
auspicabilmente con la stessa efficacissima band diretta da Luciano Luisi.
Set List:
1- Nel bene e nel male
2- Credici
3- Disegni nel vento
4- Se ti tagliassero a pezzetti
5- Nella mia ora di libertà
6- Verranno a chiederti del nostro amore
7- Lady Barcollando
8- Andrea
9- La cattiva strada
10- Un giudice
11- Invisibili
12- Megu Megun (video)
13- Creuza de ma'
14- Il vento soffierà
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Notti di Genova
Le quaranta carte (video)
Bocca di Rosa
Canzone dell'amore perduto