Banco e Orme a Padova
Banco e Orme a Padova
Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme

Gran Teatro Geox di Padova, 20 ottobre 2012

Foto dal web

Banco e Orme, Coppi e Bartali, Milan e Inter, Guccini e De Andrè…. ….l’italiano medio ha sempre avuto bisogno di disfide non solo politiche, ma anche “passionali”.

Inutile dire che in àmbito musicale una rivalità del genere non regge, tantomeno tra due band che hanno messo la loro bella firma sul Progressive di casa nostra, inventandolo (le Orme hanno anticipato i tempi, ben prima dei vari Genesis, King Crimson e compagnia), diffondendolo, allargandone i contenuti sonori e sublimandone i testi e i riferimenti “alti”(da questo verso, il Banco ha rappresentato la vera avanguardia, a mio avviso tuttora inarrivabile).

In compagnia di Broken Cherries e Lady Sismica (la Raffa!), più Manuele, sabato scorso abbiamo visto sul palco uno Spettacolo maiuscolo! Delle Pestéje originali rimane solamente Michi Dei Rossi, il batterista, dopo vari cambi di formazione (e litigi infiniti…) con i co-fondatori Pagliuca e Tagliapietra (il primo un po’ scomparso dalle scene,il secondo tuttora in giro con altre formazioni a promuovere il suo album appena uscito).

L’attuale formazione, quindi, è formata da chitarra e basso freschi “di nomina”, Michele Bon alle tastiere e organo (con loro dal 1990), e Jimmy Spitaleri alla voce,ex cantante dei METAMORFOSI (parliamo sempre di Progressive primi Settanta). Partenza con quattro brani dal loro ultimo LA VIA DELLA SETA (2011), con gran spolvero di chitarre in tapping(musicista eccellente!!), in continuo inseguimento con l’organo, voce leggermente penalizzata dal poco volume (o dalla poca voce del cantante…), batteria che ovviamente tiene le redini del gioco e fa quello che vuole.

La qualità è altissima sin da subito e, se si pensava di assistere a un patetico revival di fricchettoni scoppiati, si viene (e si verrà in seguito)puntualmente smentiti! L’introduzione non è male ma il concerto decolla con “Amsterdam”, vecchio brano di metà Settanta, con la voce un po’più incattivita, organo e chitarre a salire in cattedra,dando il via ad un vero e proprio revival che comprende “Era Inverno” e “Figure di Cartone” ottimamente cantata e suonata alla 12 corde acustica dal bravissimo bassista. La band si diverte un sacco,Dei Rossi è comunicativo come pochi (favorito dal fatto di giocare in casa), ride e scherza col pubblico ed è particolarmente a suo agio, acclamato da tutti!

Non si contano le code strumentali dell’organo che riportano veramente indietro di quasi quarant’anni. Tastiera ed organo si fanno drammatici ed esplodono su “Cemento Armato”, cantata con verve da Spitaleri, per lasciare poi spazio ad una suite di venti minuti che condensa “Felona e Sorona”, album caposaldo della produzione delle Orme e primo vero concept del gruppo (1973). Bravi, in formissima, mai pedanti anzi, belli carichi e senza troppi barocchismi che annoierebbero!

Peccato manchi all’appello il classico “Collage”! Dopo un’ora di Orme tocca al Banco.

bancoorme2
bancoorme3

Si presenta sul palco con i “vecchi” Di Giacomo e Nocenzi , una formazione “fissa” da ormai una quindicina d’anni, con l’inserimento di un ottimo saxxoclarinettista siciliano, a dare una certa “mediterraneità” ai suoni e smussare gli spigoli di troppe tastiere e pianoforte.

“Se Dio credesse in me, sarei santissimo….” è immediatamente la voce di Francesco Di Giacomo a farsi sentire! Bella, evocativa, con quel falsetto naturale che la contraddistingue e che il Nostro non ha fortunatamente mai perso!

E’ la piacevole garanzia di una esibizione come ci si aspettava, purtroppo egemonizzata all’inverosimile dalle tastiere. Nocenzi detta legge su tutto e tutti, comanda a bacchetta, monopolizza suoni e brani penalizzando abbastanza il resto di un gruppo veramente strepitoso!

Dalla sua cassa-spia esce più volume (per come eravamo collocati noi) che non dal resto dell’impianto. La chitarra non si è mai sentita per buona parte dell’esibizione e la batteria è parsa troppo indietro e decisamente meno amplificata rispetto al collega Dei Rossi. Un vero peccato!!

Comunque la musica non manca di certo e i cavalli di battaglia del gruppo ci sono quasi tutti! L’album DARWIN è riproposto quasi per intero e già questo è una garanzia! Quarant’anni e non sentirli affatto!

La bellissima “Canto nomade per un prigioniero politico”, ispirata al golpe in Cile del 1973 ed introdotta da Nocenzi è quanto di meglio si sia sentito al concerto!

La voce di Di Giacomo viene fuori con tutto il suo bendidìo, con picchi alti e potenti! Sax e clarinetto fanno la loro porca figura e colorano l’esibizione, il bassista è un eroe nel tenere in piedi la ritmica, “Il Ragno” (“dedicata ai nostri governucci…” come dice Di Giacomo) è l’apogeo di una esibizione da manuale, col continuo inseguimento tra organo, flauto, tastiere, voci e (bassa bassa), qualche barlume di chitarra elettrica! “750.000 anni fa…l’amore” è interpretata con garbo da un Di Giacomo visibilmente emozionato, cui il pubblico tributa un applauso sentito e partecipato.

“La Conquista della posizione eretta” è acida al punto giusto, con quell’incedere dissonante e triviale (“Steli di giunco e rughe di antica pietra, odore di bestia ormai di preda…), Moby Dick fa tirare il fiato ( e per fortuna si inceppano le tastiere, almeno si sente un po’ di chitarra!!), ”Cento occhi e cento mani” è corale, veloce, con quei continui cambi di ritmo ed impennate che la immortalano tra le grandi, R.I.P. è da delirio e tira in torta tutti i suonatori !!

Bellissima, da rimanere col fiato sospeso per tutti i dieci minuti, con un testo ficcante ed efficace contro la guerra (“Su cumuli di carni morte hai retto la tua gloria, ma il sangue che hai versato su te è ricaduto! La tua guerra è finita vecchio soldato). Inutile ripeterlo, la qualità dei testi di Nocenzi e Di Giacomo rimane tuttora la più alta mai sentita nel Progressivo!!

Prima del finale, Nocenzi ringrazia con sincerità tutto il pubblico…e il pubblico se lo merita davvero perché ha accolto il loro set con un calore e una partecipazione davvero unici!

Peccato che all’evento manchi Rodolfo Maltese, chitarrista/polistrumentista storico, capace di inseguire nota per nota gli svolazzi strumentali di Nocenzi e di ricamare assoli potenti, purtroppo gravemente malato! Marcheggiani è un ottimo chitarrista ma è davvero troppo in ombra! Il Terzo Tempo è tutto da gustare, e vede l’esibizione congiunta delle due band in svariati omaggi l’una con l’altra!

bancoorme1

Mezzora abbondante di puro divertimento e progressive jam session (“Undici sul palco…bella bbbanda”, commenta un soddisfatto Nocenzi)! “Gioco di bimba”, “Non mi rompete”, “Sguardo verso il Cielo”, cantate con equa alternanza da Di Giacomo e Spitaleri, congedano il pubblico soddisfatto e partecipe come non mai, che applaude e canta con loro!

Bello, bellissimo, emozionante, carico, di qualità e quantità notevoli! Banco e Orme, Coppi e Bartali, Milan e Inter, LIVORNO E VERONA…

lo so che ci entra come il culo con le quarantore, ma il concerto di oggi è stato più simile ad una partita di rugby che non ad una di calcio!

“Se le sono date” di santa ragione, certo, ma a colpi di note ed assoli, con rispetto e stima reciproci e, soprattutto, con un pubblico UNITO ED INDIVISO al giusto tributo per una vera e propria Festa Musicale!!

Scroll to Top