Alice a Valeggio sul Mincio
Alice a Valeggio sul Mincio
Lungo la Strada Live

Valeggio sul Mincio, 08

Foto di Mauro Regis (maurorex)

Da tanto tempo, troppo vista la sua bravura, si erano perse le tracce di Alice, senza ombra di dubbio una delle migliori interpreti italiane dalla voce inconfondibile per potenza ed estensione. Finalmente, nell’autunno scorso, la Signora Carla Bissi (il vero nome dell’artista forlivese poi trapiantata a Milano ed ora residente in Friuli) ha deciso di tornare a vestire i panni di Alice pubblicando il suo primo Album Live di una carriera iniziata già nel 1971.

“Lungo la strada live” era la registrazione di un concerto tenutosi ben tre anni prima, nel 2006, nella Basilica di San Marco a Milano, con una band ridotta all’osso e composta da Alberto Tafuri alle tastiere, Marco Pancaldi alle chitarre e Steve Jansen alle percussioni. Donna schiva, decisamente lontana dallo star system drogato attuale, figlio di Amici ed X Factor, Alice ha deciso di far seguire alla pubblicazione di quest’album un tour che per la verità è ridotto a poche e selezionate date, tour che ha fatto tappa nella bella e raccolta cornice della Piazza Carlo Alberto di Valeggio sul Mincio.

alice01

Per la verità trovare il concerto di un’artista decisamente raffinata e non certo nota per un genere di musica definibile popolare, proposto nell’ambito della rassegna “Verona Folk” ha destato qualche perplessità, se le parole hanno un senso, e la parola Folk ne ha uno ben preciso…

Tant’è, la serata si è presentata subito come ideale, visto che l’afa ha lasciato il posto ad una gradevole brezza. La location poi si è presentata anch’essa come l’ideale per un concerto del genere. Una piazza raccolta, il palco piazzato davanti ad un bel palazzo municipale, il costo del biglietto decisamente contenuto ed un comodo posto in ottava fila…..

Purtroppo l’esordio non è stato dei migliori….Alice si è fatta un po’ attendere rispetto all’orario di inizio fissato, e soprattutto si è assistito a quel rituale da sagra paesana decisamente evitabile per concerti di questo genere, del saluto dei politici locali…..i quali hanno recitato la loro triste ed inutile parte attirandosi fischi più che meritati. Poi, alle 22.00 gli inconfondibili riccioli di Alice hanno fatto capolino sul palco.

alice02

Alice si presenta in gran forma, elegantemente vestita. Una donna che mantiene intatto il fascino di un tempo. La nota estetica era dovuta….anche l’occhio vuole la sua parte! Ad accompagnare Alice il solo Alberto Tafuri, già per diversi anni tastierista di Enrico Ruggeri e successivamente anche al seguito di Eugenio Finardi.

La piazza vede tutti i posti a sedere occupati, saremo circa in 400 persone. Tutti o quasi però calorosissimi fan di quest’artista che da troppi anni si desiderava poter riascoltare dal vivo. Tre soli strumenti sul palco, un classico pianoforte a coda, una moderna tastiera ed una chitarra classica.

alice03

Strumenti tra i quali il buon Tafuri si è diviso con svariati passaggi durante le diverse canzoni, accompagnando Alice che in occasione di alcuni brani ha dato sfoggio della sua bravura anche come tastierista.

Ovviamente la presenza del solo Alberto Tafuri sul palco ha di fatto reso necessario l’utilizzo del campionatore, senza tuttavia che il concerto sia stato svilito per questo. Il vero strumento infatti dominatore della scena è stata la incredibile voce di Alice, voce capace di una estensione incredibile dai toni bassi alle note più acute, passaggi arditi e tecnicamente assai difficili che Alice domina con assoluta sicurezza. I primi brani del concerto sono stati tutti tratti dall’ultimo live pubblicato.

alice04

La partenza è stata riservata a “1943” e alla romantica “Dammi la mano amore”, quest’ultima eseguita alle tastiere. Ogni brano è stato brevemente introdotto da Alice con brevi commenti, misurati, e tuttavia accompagnati dal sorriso di chi subito è riuscito a stabilire un grande feeling con un pubblico coinvolto e partecipe.

Hanno poi fatto seguito due poesie di Pier Paolo Pasolini – “Febbraio” e “La Recessione” – messe in musica da Mino di Martino, poesie parecchio attuali, se si vuole, basti leggere i versi de “La recessione”:

E città grandi come mondi
saranno piene di gente che va a piedi
con i vestiti grigi
e dentro gli occhi
una domanda che non è di soldi ma è solo d’amore
soltanto d’amore
Le piccole fabbriche
sul più bello di un prato verde
nella curva di un fiume
nel cuore di un vecchio bosco di querce
crolleranno un poco per sera
muretto per muretto
lamiera per lamiera
- Pier Paolo Pasolini, La Recessione

Dopo l’omaggio al sommo poeta friulano, è arrivato l’omaggio a quel Friuli che per Alice è diventato il buen ritiro: “Anìn a gris” (andiamo a grilli) poesia cantata in dialetto friulano e già contenuta nell’album-capolavoro “Il sole nella pioggia” del 1989, riproposta anche nel recente Album Live, è canzone di rara dolcezza, quasi sussurrata insieme al solo suono della chitarra, come il lento incedere di quel Tagliamento (il Tilimènt) lungo le cui rive, di notte, andare a grilli.

Semplicemente un gioiello!

alice05

“I treni di Tozeur” non ha bisogno di presentazioni. Fu il brano composto dalla premiata ditta Battiato-Giusto Pio per Alice con il quale nel 1981 l’artista forlivese, reduce dal successo sanremese con la splendida “Per Elisa”, fece un figurone all’Eurofestival. Alice fu scoperta e lanciata verso il definitivo successo da Franco Battiato cui sono legate le canzoni sicuramente rimaste maggiormente nella mente e nel cuore del grande pubblico.

L’assenza di altro accompagnamento se non il pianoforte non è riuscita a penalizzare una canzone che nell’originale trovava negli archi (marchio di fabbrica di Giusto Pio) un accompagnamento straordinario. Agli archi ha sopperito la voce di Alice e l’effetto è stato assolutamente gradevole…

alice06

La stessa cosa si può dire anche per “Chanson Egocentrique” altro magnifico prodotto della collaborazione con l’Etneo. Pur in versione decisamente acustica Alice, aiutata anche dal ritmato battito di mani del pubblico, ha saputo rendere la il ritmo e la grinta della canzone.

“Il sole nella pioggia” è la title –track di quello che forse resta il capolavoro di Alice, un album pubblicato nel 1989 che ha segnato una svolta nella carriera dell’artista forlivese – così Claudia è contenta – la quale decise con quest’album di separare la propria strada dalla ingombrante, pur se artisticamente decisiva, presenza di Battiato, anche se in quest’album si ritrova una collaborazione ai testi molto importante di un autore caro allo stesso Battiato, Juri Camisasca. Testi difficili, criptici, intrisi di misticismo. Ma brani splendidi, come questa canzone e le purtroppo non eseguite “L’era del mito” e “Visioni”.

alice07

Spesso gli applausi del pubblico non rispettavano la fine delle canzoni, accogliendole sin dalle prime note o sottolineandone i passaggi più intensi. Così tutti hanno subito riconosciuto “il vento caldo dell’estate” (mai titolo più appropriato con questo clima!) ennesima perla estratta dal repertorio del periodo battiatiano. Franco Battiato al quale non solo si deve la consacrazione di un talento quale Alice, ma pure quella di un’altra artista dalla voce ancor più incredibile, l’indimenticabile Giuni Russo che una terribile malattia ci ha strappato troppo presto, e purtroppo per questo condannata ad essere ricordata dai più per la bella ma banalotta “Un’estate al mare”, laddove ben altre potenzialità avrebbe potuto esprimere.

Alice le ha reso omaggio con la trasposizione in musica operata proprio da Giuni Russo della poesia di Totò “A ‘cchiù bbella”. A Franco Battiato Alice ha poi tributato il doveroso omaggio eseguendo “E’ stato molto bello” e la incredibilmente bella “La cura”. A “Le baccanti” ha fatto seguito la bella “Tempo senza tempo”, canzone adattissima alla location, visto che il palco era sovrastato dall’orologio del municipio (stile “Ritorno al futuro”) piantato sulle ore 8.00.

Sedutasi poi al pianoforte Alice ha eseguito l’inedito contenuto nell’ultimo album, “Il contatto”, canzone dedicata al mondo dei sogni, composta direttamente da Alice, decisamente riuscita.

alice08

Così come è stata applauditissima l’esecuzione di “Nomadi”, brano stupendo di Juri Camisasca cantato da Alice e ripreso pure da Franco Battiato.

Alice ha salutato il pubblico rendendo omaggio all’indimenticabile Giorgio Gaber eseguendo in modo appassionato “Non insegnate ai bambini”, canzone amara, sfiduciata verso un mondo degli adulti che stava deludendo il grande triestino (e quindi un omaggio ad un altro figlio della nuova terra adottiva di Alice), ma che si chiude con una speranza:

Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.

Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita...

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.
- Giorgio Gaber, Non insegnate ai bambini

E’ infine arrivata l’apoteosi dei bis. Aperti a grandissima richiesta da quella “Per Elisa” che Alice ha eseguito assecondando il pubblico, pur se prevista come brano conclusivo, e completati da quell’autentico capolavoro che è “Prospettiva Nevski”, brano che Alice ha fatto precedere dalla sottolineatura della difficoltà di cantare una canzone così impegnativa a fine concerto.

Alle 11.25 il concerto si è chiuso. Un’ora e venticinque per un’esibizione intensa e vocalmente e musicalmente di eccelsa qualità. A 15 Euro, diconsi 15 euro, prezzo ignaro delle dinamiche inflazionistiche!

Non che si valuti la musica a peso. Semplicemente un’artista di 56 anni (scusi Signora Carla..) con una voce così particolare e con brani decisamente impegnativi per la stessa, difficilmente può reggere le due ore di concerto e più.

Si è trattato comunque di un’esibizione generosa, fatta anche di un approccio squisito ed elegante verso il pubblico, salutato alla fine da un gradito omaggio che non è parso certo di maniera alla bellezza di Valeggio e dei suoi dintorni. Insomma, grazie Alice.

Sperando di non dover aspettare ancora tanto per poterla rivedere o riascoltare.

scaletta
Scroll to Top