“Seduto qui da solo ripenso a dove ho girovagato e rido su come ho giurato che avrei vinto e non mi sarei bruciato… Ho lasciato la mia famiglia e casa mia, mi sono dato da fare e non ho lasciato nulla intentato e mi divertivo”…. Stamattina la nebbia copre l’orizzonte. Non si vedono le montagne, le case spuntano qua e là, il fumo dei camini si confonde un po’ con la foschia. Seduto sulla scrivania, in mezzo alle solite carte, mi vien da pensare : “Che palle! Anche oggi qua, in mezzo all’umido, mentre la mia Vestena era accarezzata da un’alba quasi tiepida”! Ma tant’è. Per fortuna c’è Virgin Radio e stamattina, per dirla alla Liga “sembra avere capito chi sei”. Da ieri, dopo che ho saputo del ritorno di Riki ed Erika da New York, il pensiero se ne va alla “mamma cicciona”, come cantava la PFM, quell’America che fa nascere in me sentimenti sempre molto contrastanti. Patria del rock’n roll ed affini, colorata, fricchettona, piena di vita e di idee, madre di tanti movimenti per i diritti civili che non hanno mai attecchito del tutto, hippy al midollo e conservatrice, psichedelica da un lato, country e western dall’altro.
Ma stamani non mi va di darmi alle solite inutili considerazioni sulla sua politica e sui suoi guai.
Kid Rock mi sta rallegrando la giornata e tutto ciò basta ed avanza, tanto più che siamo già a giovedì.
Il pensiero corre, tra le cose da fare e lo stupendo viaggio fatto lo scorso anno con Fulvio e Tania in
giro per gli States.
L’auto presa a S. Francisco e restituita due settimane dopo a Denver ci aveva visto scorazzare belli
come il sole, con la beata innocenza dei tipici “italiani in gita”, per me vacanze inusualmente (si può
dire, Marta?) assai comode tra un motel ed un altro, per loro l’ultimo vero viaggio prima di
intraprendere l’entusiasmante strada del diventare genitori…
…”E giuro che il tempo è un brutto scherzo, scompare così velocemente… ero solo un sedicenne ed ora guardo i miei trentasei, ma mi sto ancora divertendo…”
Già, il tempo passa e noi continuiamo a rimanere degli eterni ragazzini!
S.Francisco ci scappotta, coi suoi colori, la vitalità di Sausalito, la freschezza di due passi sulla baia!
Siamo già troppo contenti…e il viaggio deve ancora iniziare!
Che spettacolo la foresta di sequoie! Che splendida desolazione la Valle della Morte! Il Grand Canyon…
càspita!!! Indescrivibile! Quanti ricordi dei film western, degli indiani e cowboy, del fiume Colorado di
cui tanto avevo sentito parlare! E poi, l’eleganza multiforme del Bryce Canyon, le pennellate
stravaganti del Zion Canyon, la maestosità della Monument Valley con la terra rossa, intrisa del sangue
degli indiani…tutto aveva ed ha un colore, un profumo, un suono!
Per noi, poi, assume un valore importante, fatto dei tanti film visti e rivisti, di luoghi mitici descritti in
mille canzoni che cantiamo ancora adesso e non ci stuferemo mai di farlo.Sono davvero parte costante
del nostro stare assieme.
In fondo con le canzoni americane ci siamo cresciuti, da quando si strimpellava vent’anni fa sugli scalini
della chiesa e fino ad ora, dove si continua a strimpellare di qua e di là, con lo stesso immutato
entusiasmo!
Certo il rock inglese è un’altra cosa, più immediato, spigoloso, sghembo, meno ruffiano…ma chi di noi
non si è immaginato almeno una volta su di un’infinita autostrada, auto ai cento all’ora, orizzonte
sterminato e stereo a palla con su gli Eagles?!
E stavolta possiamo dire di esserci anche noi, a passare per questi posti dal nome tanto strano quanto
“mitico”! Utah, Wyoming, Arizona, Colorado…ahhhh “WELCOME TO THE HOTEL CALIFORNIAAAA”!!!
Eh sì, America è anche questo!