Born in the Valdalpòn
Born in the Valdalpòn

Zonasismica (2011)

Un rock piacevole che spazia tra brani di diverso tipo: dalla pacifica “Hey baby” alla rozza grinta de “L’ultimo locale”, dai testi scritti per lei ai sound conosciuti de “I altri”; ricorda talvolta i Creedence e talvolta la malinconia younghiana. Questa la prima impressione del nuovo album sismico, che si presenta con un audio ben spalancato (meno cupo del primo album) e con una copertina che è tutto un programma. L’immagine fa riferimento all’album del Boss “Born in the U.s.a.”, solo che la bandiera è italiana, il cappellino è quello dell’Osteria Vecia Vestena, il lato B non è quello di Springsteen e il titolo è: “Born In The Valdalpòn”. Le canzoni sono quasi tutte scritte da Lucio, in un tempo lontano, e parlano di esperienze, ma soprattutto sensazioni di quel periodo andato. Con parole sue, le sue ispirazioni sono riassumibili nei seguenti soggetti: il mitico gruppo dei "Clintos", Rossana all'età di 4 anni, Gianni e il muro di Berlino, la mancata crisi del settimo anno, Spagna o Franza basta impinàr la panza, il conflitto d'interessi, i Monty Python, i Goti e i Mesigoti, dopo di noi il diluvio, dopo i 50 multicentrum, dopotutto ZONASISMICA.

born

Ma parliamo di musica, “L’ultimo locale” è forse il brano più grintoso ed arriva giusto nel mezzo dell’energica trilogia, tra “Io non ci sto” (che apre col "wa wa") e “Dimmelo che…”. La canzone di apertura, tutt'ora valida, lancia messaggi sui tempi duri da affrontare: "i tempi bui sai non sono solo questi da troppo tempo ormai è così, siam diventati schiavi di un ultimo tiranno del denaro della fede o della fretta". "L'ultimo locale" è probabilmente il cavallo di battaglia dell'album. Il titolo della canzone rende subito l'idea dell'argomento, vivace e rockeggiante. "Dimmelo che..." parla di approccio col gentil sesso, ed apre la strada alla più dolce "Hey Baby". Questa è la canzone più tranquilla dell’album, ogni tanto c’è bisogno di un pezzo così. Apre anche questo pezzo con accordi liberi sulla chitarra e scivola via su ritmi più soft.

"Nella mia testa" è malinconica fino dalle prime note. Pregevole lo stacco musicale sull'inizio della strofa. Segue "Dove mi porterai"; traccia più solare e positiva, forse con variazioni minori rispetto ad altri pezzi, ma piacevole.

"Gianni", fin dalle prime note appare fuori dagli schemi, forse a rappresentare quel Gianni rivoluzionario che molla tutto e cambia vita. Dall'altro lato, c'è il richiamo a tornare, perché "il suo posto è qui con noi". Altro pezzo rock tra i migliori dell'album.

La chiusura riguarda pezzi che in un certo senso conosciamo già da tempo. Chiude l’album “Born in the Valdalpòn”, cantata in coro e sostenuta solo dalle corde di una chitarra acustica che va crescendo… non poteva mancare.

Seguono quindi le bonus track con “Ibis Redibis”, magica canzone strumentale che una volta conosciuta non si dimentica più! Potete scaricare la suoneria di Ibis Redibis cliccando su questo link. Per chiudere, “I Altri”, rifacimento dialettale della mitica “Wild Thing”, canzone cantata, trasformata e rifatta tante volte da tanti artisti; scritta dal newyorkese Chip Taylor, è stata portata al successo nel ’66 dai Troggs. Nella versione veronese accenna ad argomentazioni varie, da accenni alla politica, allo scherno fra amici… che mona che te sì.

1. Io non ci sto

2. L'ultimo locale

3. Dimmelo che ...

4. Hey Baby

5. Nella mia testa

6. Dove mi porterai

7. Gianni

8 Born in the Valdalpón

9. Ibis Redibis (dall'album "Hic Sunt Leones")

10. I altri (da "Wild Thing")

Scroll to Top